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giovedì 13 febbraio 2014

15. ANTISIONISMO, ANTISEMITISMO, ANTISRAELISMO


La parola antisemita indica un pregiudizio nei confronti delle popolazioni semite. Dovrebbero essere considerate tali quelle che parlano lingue appartenenti al ceppo semitico, cioè l’Ebraico, l’Aramaico, l’Amarico, il Tigrino, e anche l’Arabo. Tuttavia attualmente il vocabolo semita viene usato solo con riferimento alla popolazione ebraica. Il termine antiebraismo è di uso meno frequente, ma può essere considerato sinonimo di antisemitismo. L’antisionismo ha invece natura esclusivamente politica: si identifica in un atteggiamento che si oppone al sionismo, ovvero a quel movimento nato alla fine dell’Ottocento fra gli ebrei europei della diaspora, che affermava il diritto del popolo israelita all’istituzione di un proprio Stato indipendente in Palestina. Pertanto il Sionismo di fatto si sarebbe esaurito nel 1948 con la nascita dello Stato di Israele. Attualmente il Sionismo ha assunto connotazioni vagamente negative, perché con esso si indicano gli atteggiamenti nazionalistici di Israele e, soprattutto, la politica di rigida chiusura nei confronti delle aspirazioni autonomistiche del popolo palestinese. L’Antisemitismo si maschera di Antisionismo quando tenta di negare agli ebrei d’Israele il diritto di essere nazione. La parola antigiudaismo o giudeofobia può essere usata come sinonimo di antisemitismo per la coincidenza, in linea di massima e nell’uso comune, fra i sostantivi giudeo ed ebreo. Vi è una profonda differenza ma in concreto vi sono stretti legami fra le parole antisemita e antisraeliano. Lo Stato di Israele richiede ai suoi cittadini di dichiarare l’appartenenza etnica (ad esempio, quella ebrea o quella araba), che viene riportata anche sui documenti di identità. Gli Ebrei in Israele sono poco più del 75%, mentre i rimanenti non ebrei sono principalmente arabi. Quindi non vi è coincidenza fra la parola israeliano, che esprime la nazionalità, ed ebreo, che indica – come già detto – l’appartenenza a un contesto religioso e culturale
oltre che a una etnia. La politica interna ed estera dello Stato di Israele, il suo diritto di autodeterminazione, le modalità attraverso le quali esercita il suo diritto di difesa, nonché la questione palestinese, sono oggetto di una diffusa particolare attenzione, che può generare giudizi di censura o di approvazione. L’avversione che alcuni nutrono nei confronti della politica del governo israeliano può essere fonte di Antisemitismo per chi erroneamente identifica lo Stato di Israele con lo Stato degli Ebrei.  Attaccando Israele, in maniera globale o per specifici atteggiamenti, si inseriscono elementi per screditare il popolo ebreo. La confusione fra Antisraelismo e Antisemitismo è evidente quando all’estero sono oggetto di insulti razzisti antiebraici le rappresentanze o i team sportivi israeliani: in teoria un team sportivo israeliano potrebbe anche essere composto da elementi di sola etnia araba. In conclusione, se dal punto di vista letterale le parole Antisemitismo, Antisionismo e Antisraelismo hanno significati ben definiti e senza zone grigie di sovrapposizione, nel mondo reale l’antisionismo e l’antisraelismo possono essere occasione per veicolare contenuti antisemiti, anche in maniera subliminale. (da Il Pregiudizio religioso sul Web di Roberto Rapaccini)