Il mondo arabo è caratterizzato generalmente
da regimi autoritari. La motivazione di questa caratteristica risiede nella
modalità storiche della genesi degli Stati arabi. Gli Stati arabi fin
dalle loro origini non hanno recepito l’esigenza di sviluppare un’organizzazione amministrativa, ma si sono articolati su base tribale,
attribuendo la gestione del potere periferico a clan locali, che costituivano
l'unità territoriale elementare. La tribù, che aveva una specifica autonomia,
omogeneità culturale e autosufficienza, esercitava una forma localizzata di
gestione del potere. Mancava qualsiasi forma di democrazia diretta o
rappresentativa; l’attribuzione del potere era fondata su meccanismi dinastici,
di anzianità o su forme pseudo-istituzionali, che predeterminavano
automaticamente il destinatario di funzioni di governo sulla comunità: era del
tutto estraneo a questo modello organizzativo qualsiasi strumento che
assicurasse facoltà di libera scelta. Gli Stati arabi che ereditarono la
cultura giuridica della società tribale, non si fondavano pertanto sui diritti
di libertà e di uguaglianza prerogativa delle democrazie; in essi rilevava solo
che si governasse secondo giustizia. Infatti, mentre un membro della comunità
tribale poteva aspirare a poteri di governo solo se apparteneva ad una
specifica linea dinastica o fosse titolare di aspettative di poteri governo in
virtù di meccanismi di automatica predeterminazione, la condizione di un
qualsiasi individuo si esauriva nell’accettare pacificamente di essere
governato da altri purché tale supremazia venisse esercitata con equità. Gli
Stati arabi, al momento della loro nascita, riconoscendo la preesistente
struttura tribale e demandando alla tribù la gestione locale del potere, ne
ottenevano come corrispettivo la fedeltà ed il sostegno ai rispettivi regimi.
Nel corso della Primavera Araba per la prima volta i popoli arabi hanno
richiesto sistemi politici che, oltre a governare con giustizia, assicurassero
libertà e democrazia. I popoli arabi, nel richiedere questi diritti, non
potevano avere come modello le democrazie occidentali, ma la piena applicazione
dei valori dell’Islam, gli unici in grado di assicurare uno Stato
perfetto, oltre che giusto. Anche per questa ragione la Primavera Araba, pur
essendosi originata da movimenti laici, è approdata ad esiti
fondamentalisti.
NEWS DAL MONDO ARABO E ISLAMICO
Sono le donne musulmane nel Regno Unito coloro che più
possono dissuadere figli, mariti e fratelli dal raggiungere la Siria per unirsi
ai combattenti anti-Assad, cosa che avviene sempre più frequentemente. Ne sono
convinte le autorità britanniche, che lanciano oggi una vasta campagna rivolta
proprio alle donne musulmane perché assumano un ruolo attivo contro il
fenomeno. Si tratta di una campagna nazionale, con eventi previsti in
particolare a Londra, Birmingham e Manchester.
(Ansa)
Il presidente siriano Bashar al Assad ha firmato nelle
ultime ore un decreto per la formazione della Suprema commissione elettorale,
incaricata di monitorare le elezioni presidenziali del prossimo 3 giugno. Il
voto, il primo da mezzo secolo aperto a più candidati, si svolge in un Paese
sconvolto da più di tre anni di violenze, durante le quali circa la metà della
popolazione ha dovuto abbandonare le proprie case e oltre 150mila persone sono
morte.
(Ansa)
Un soldato e' rimasto ferito nei violenti scontri armati
tra esercito tunisino e miliziani islamici salafiti nella zona industriale del
governatorato di Kasserine, al confine con l'Algeria: lo ha riferito il
portavoce del ministero della Difesa tunisino. A Kasserine, ormai da giorni i
rifugi degli uomini di al Qaeda sono bombardati con l'artiglieria pesante.
(AGI)
Saranno centinaia di
migliaia i turisti di fede islamica
che si recheranno a Milano
in occasione dell’Esposizione
Universale. Per la loro accoglienza, il Comune della città sta già
lavorando ad un progetto per realizzare una moschea provvisoria. Un luogo di culto, si intende, che sia
all’altezza sia dell’evento sia del target a cui è destinato.
(UrbanPost)
La compagnia di bandiera degli
Emirati Arabi Etihad tratta punto su punto con Alitalia. Gli arabi sono
interessati a investire, ma non c'è spazio per la beneficenza. Qualcuno
forse pensava che sarebbe
arrivato lo sceicco con un assegno in bianco a prendersi
in carico tutti i problemi che affliggono Alitalia. Qualcuno forse pensava che,
forti di una disponibilità enorme di petrodollari, gli arabi non si sarebbero
fatti impressionare da conti in rosso, debiti con le banche, rapporti con i
sindacati, dispute territoriali sugli aeroporti. Qualcuno lo pensava, ma
probabilmente ora già non lo pensa più. Forse non ci sono più gli sceicchi di
una volta.
(HuffingtonPost)