Il mondo arabo ha scoperto
da qualche anno l’importanza della Rete. Non potendo contenere l’interesse -
soprattutto dei giovani - nei confronti delle potenzialità di questo strumento,
i Governi islamici hanno promosso la creazione di un Web speculare alla nostra
Rete, caratterizzata da siti che liberamente sfruttano le possibilità della
dimensione virtuale; al contrario l'internet arabo è generalmente controllato; ha siti che corrispondono agli
omologhi occidentali, ma informati ai valori della religione musulmana e depurati
da qualsiasi depravazione e immoralità. Si sostiene che in questo modo si evita
il far west che caratterizzerebbe Internet in Occidente, dove la libertà
talvolta diverrebbe anarchia e licenza. Ma moralizzare, attraverso sottili operazioni
di cosmesi ispirate al rispetto dei valori dell’Islam, spesso equivale a
censurare, ad annullare le grandi potenzialità della Rete, che hanno avuto una
considerevole importanza nell’avvio della Primavera Araba. Così è stata creata
Dahsha, la Wikipedia dedicata interamente al mondo islamico e al servizio degli
utenti di lingua araba. A breve si avvierà Salamworld, l’alternativa araba a
Facebook. Rispetto al più noto social network occidentale Salamworld avrà una
particolare sensibilità per i precetti del Corano, per consentire ai giovani,
secondo le intenzioni dei promotori, di navigare in un contesto nel quale non
debbano confrontarsi con idee lontane dalla loro cultura. Conformemente al concetto politico di Umma (ovvero
di una comunità ideale che unisca politicamente tutti gli uomini di fede
musulmana), Salamworld mira a costituire una comunità virtuale islamica,
evitando tra l’altro l’individualismo, talvolta esibizionista, che animerebbe
Facebook. Il mercato di riferimento è la Turchia, uno dei Paesi musulmani con
il maggior numero di naviganti. Al momento, aprendo il sito, si legge ‘opening
soon’; viene poi mostrata una pagina iniziale con informazioni generali ed un
video di presentazione. Significativamente il motto del sito è 'Incontra il tuo
mondo'. Il comitato di organizzazione è
costituito da specialisti della finanza e agenti commerciali destinati a
operare in diciassette Paesi del Medio-oriente. Alcuni facoltosi banchieri
stanno puntando su questa iniziativa. Il social network arabo sembra essere
sotto il profilo finanziario una scommessa vincente, poiché il numero dei cybernauti
musulmani si sta incrementando in maniera esponenziale. Tuttavia il popolo arabo
della Rete potrebbe non gradire l’introduzione di siti web regolamentati
e con accessi e navigazione limitata da filtri.